Cristian Naldi – Spettro (Setola di Maiale – Lemming Records)

4 Oct

di T/T

SM1070

Cristian Naldi è l’altra metà dei FULkANELLI, duo improdrone con/diviso con Paolo Mongardi, quest’ultimo noto per prestare le sue pelli agli Zeus e ai Fuzz Orchestra. Apprezzo tantissimo il chitarrismo di Naldi, soprattutto in sede live, dove con  sapienza riesce ad ammassare strati e strati di chitarre, assecondando il suo estro senza scadere in dimostrazioni muscolari. Ecco perché attendevo con estrema curiosità questa sua prima fatica solista.

Spettro, rilasciato da Lemmings Records e Setola di Maiale,  è un’opera in cui la voce della sei corde viene setacciata, scomposta, alienata e re-inventata in due lunghe tracce – Composto e Decomposto – che assecondano i due diversi interessi di Naldi: la composizione e l’improvvisazione.

Nella prima, Naldi compone undici diverse chitarre, deducendone un’unica massa organica, un unico organismo in cui le identità singole vengono sintetizzate in un crescendo claustrofobico: una colonna sonora da fine del mondo, che richiama alla mente le distese aliene e oscure di Irrlicht: Quadrophonische Symphonie für Orchester und E-Maschinen di Klaus Schulze. Non a caso anche l’album dell’ex-Tangerine Dream/Ash Ra Temple alludeva a presenze spettrali e ad ectoplasmi sonori. Qui e lì fanno capolino le chitarre sintetizzate di Fripp e gli sperimentalismi di Glenn Branca.

Nella seconda traccia, il processo è inverso: una sola voce viene filtrata attraverso undici diverse distorsioni, undici gradi di saturazione che fanno pensare all’Alvin Lucier di I Am Sitting in A Room. Questo drone sonico è abitato da due diverse anime (o spettri) da un lato il rumorismo orientale e misticheggiante di 李剑鸿 (Li Jianhong), dal’altro la schizofrenia di Derek Bailey: due esperienze imprescindibili per chi vuole condurre la chitarra elettrica al di là dei soliti e claustrofobici limiti imposti, e che Naldi sfida con umiltà, duettando con le sue stesse figure trasfigurate dalle macchine.

I tre minuti finali sulla sottile bava di un drone che si va esaurendo toccano territori che evocano in filigrana lo tessiture di John Fahey.

Tutto ciò potrebbe incutere timore nell’ascoltatore, ma vi assicuro che siamo in presenza di un’opera lontana da ciechi formalismi e velleità mimetiche prive di spessore. Vi è un’intelligenza viva, ma soprattutto un inconsueto e sorprendente calore in Spettro. Consigliatissimo.

[Voto => 7.5]

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Cristian Naldi: chitarre, amplificatori, distorsori.

Registrato da Paolo Mongardi, Imola.

Missato da Cristian Naldi, Imola.

Masterizzato da Giuseppe Ielasi, Milano.

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  1. Sentieri Selvaggi #6 vs. F/M: Su Spettro // intervista a Cristian Naldi | - October 21, 2013

    […] in seguito. Dopo aver appreso che che Cristian Naldi avrebbe pubblicato un lavoro da solista, Spettro (Lemming Records / Setola di Maiale, 2013) ho sperato di ritrovarmi tra le mani i frammenti sonici […]

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