Archive | July, 2013

From the Vault #15: Gianni D’Errico – Antico Teatro da Camera (1976)

31 Jul

di Milky Way

Ogni volta che parlo di Gianni D’Errico mi assale un misto di malinconia e rimpianto: non solo perché penso alla sua musica, ma anche perché non posso fare a meno di ripercorrere le vicende che hanno portato al suo unico parto discografico su Long Playing, e alla prematura morte del musicista in un incidente stradale, nel settembre del 1975. Dulcis in fundo, Gianni era pugliese come me, e di cantautori non ne avevamo molti in Puglia negli anni ’70 (penso al molese Enzo Del Re, ma siamo agli antipodi rispetto alla proposta di D’Errico), anni che hanno rappresentato l’apice del cantautorato italiano, lo spannung di un’epoca irripetibile.

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Speedy Ortiz – Major Arcana

23 Jul

di T/T

Stanco degli album concettuali e free-form, stanco delle pose intellettuali e ultimative, un po’ per il sopraggiungere di un’Estate che non arriva mai, un po’ per la china notturna fatta di nostalgia, birra e italo-disco anni 90 con gli spettri dei Mo-Do e di John Scatman, mi sveglio con poche pretese musicali: mi basta un pezzo di Rihanna, una ballata degli Abba e roba del genere. Una sorta di lobotomia critica.

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Lesbian – Forestelevision (Translation Loss Records)

10 Jul

di T/T

I Lesbian sono una band di Seattle attiva da una decina d’anni: tra il 2007 e il 2010 hanno dato alle stampe due album, di cui l’ultimo Stratospheria Cubensis faceva intuire quanto le lunghe suite oppiacee piacessero al quartetto. L’album del 2010, infatti, si componeva di 5 lunghi brani che progressivamente allungano la loro durata sino a sfociare nei quasi 23 minuti di Black Stygian.

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The Big Drum in the Sky Religion – Trout Mask of God Replica/Ārya Soundtrack

4 Jul

di T/T

Mircea Eliade, noto storico delle religioni, dedicò lunghi anni di studio allo sciamanesimo. Nel suo fondamentale testo Lo sciamanesimo e le tecniche dell’estasi Eliade parla tra le altre delle pratiche iniziatiche dei Daiachi, originari del Borneo. L’iniziazione comprende tre diverse cerimonie, tra queste la seconda « detta bekliti (“apertura”), è più complessa e riveste un carattere nettamente sciamanico. Dopo una notte di incantesimi, i vecchi mamang conducono il neofita in una stanza isolata per mezzo di cortine. “Essi affermano che là gli tagliano la testa e gli asportano il cervello; dopo averlo lavato, lo rimettono a posto allo scopo di infondere al candidato una intelligenza limpida atta a penetrare i misteri degli spiriti malvagi e delle malattie; poi gli introducono dell’oro negli occhi onde dargli una vista così penetrante da poter vedere l’anima, in qualunque luogo essa si trovi, smarrita o vagabonda; poi gli piantano degli uncini dentati all’estremità delle dita per farlo capace di catturare l’anima e di tenerla strettamente; infine gli trafiggono il cuore con una freccia per renderlo pietoso e pieno di simpatia verso coloro che sono malati e che soffrono” [1].

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