Archive | December, 2013

Estemporanea #6: Sulla violenza a fumetti

5 Dec

Quest’oggi pubblichiamo nella sezione “Estemporanea” un intervento di Andrea Tosti sulla violenza a e nei fumetti, nata in calce ad una discussione sul secondo numero di Orfani di Roberto Recchioni. Questo articolo, pubblicato anche in contemporanea sul blog Riassumendo inaugura una collaborazione aperiodica con Fritto/Misto

di Andrea Tosti

Sulla propria bacheca Facebook, lo sceneggiatore e curatore bonelliano Roberto Recchioni, ha postato qualche giorno fa questo messaggio che un anonimo lettore del suo Orfani gli ha inviato:

Questa non vuole essere una contestazione, non voglio fomentare rivolte inutili, anche perché non mi cibo di critiche né vivo di fumetti,ma quel che uno prova sono del parere che deve esprimerlo sempre in grandissima serenità e visto che fra poco sarò anche padre mi preme molto ciò che ho da dire perché spero che anche mio figlio avrà la stessa mia gioia nel leggere i fumetti e scoprire questo mondo che dovrebbe essere l’opposto contrario di quello reale almeno secondo i miei principi fumettistici… Preavviso che non sono vegetariano, né ambientalista e neppure ecologista… Non sono nulla e non voglio essere nessuno…Sono semplicemente un lettore che è rimasto male nel vedere una scena che tranquillamente poteva essere evitata… A pagina 12, nella seconda vignetta, il narratore o la narratrice (ancora devo finire di leggerlo) dice testualmente: il cibo è buono ed abbondante;mentre la spiegazione, a pagina 17 la sesta vignetta, di questa per me inutile ma tristissima scena che ho postato è la seguente: la colazione è assicurata ragazzi . Oggi l’odio verso gli animali è dilagante, a tal punto da far loro sevizie e diffonderle in rete compiaciuti come mi è sembrato Felix… Il quale non è stato ritratto con i suoi amici, nella pagina successiva, a gustare un coniglio arrosto per colazione… E l’aver tralasciato questa scena per me obbligatoria porta la superficialità nel maltrattamento immaginario di un animale ucciso non per fini alimentari ma di puro divertimento goliardico che non dovrebbe mai nascere in luoghi comuni, il fumetto è uno di questi oggi, per giovani che sono già esposti ogni giorno a occasioni di divertimento negativo asociale e incivile. Rassicurato dal fatto che gli idioti di questo secolo non leggono Orfani, e che una tale scena non può essere fraintesa come un incitamento al maltrattamento degli animali e me ne guardo bene io stesso per primo dal pensarlo lontanamente soltanto, chiedo a voi autori di fare più attenzione alle scene più delicate e come tali di motivarle sempre perché non divengano mai brecce per l’idiozia che aleggia nell’aria,perché la madre dell’idiozia non conosce sterilità e non sia mai che la sapienza non partorisca prudenza perché è quella che la mantiene in vita così da non restarne Orfani. Grazie per il vostro impegno nell’intrattenerci, spero solo che queste storie ci servino per avere uno sprono in più per migliorare le nostre piccole realtà quotidiane e non per scoprire che alla fine la realtà di dentro è come quella di fuori… Perché a me i fumetti mi hanno fatto conoscere una realtà che fuori non c’è.

La tavola oggetto della contestazione è questa:

orfani

Senza voler entrare nel merito del fumetto e delle centinaia di commenti che questo post ha prodotto, la percezione di quella tavola da parte di un lettore, non di un professionista del settore, ma di un semplice appassionato, mi ha incuriosito. Solitamente questo tipo di discussioni non mi appassionano, ma il “come” un prodotto, specialmente “popolare” come Orfani, viene recepito dal suo pubblico – o da una sua parte -, questo sì che mi interessa. Così come mi interessano le modalità della rappresentazione della violenza nei media e, in particolar modo, nel fumetto. Alla cosa dedicai una lunga e articolata riflessione in due parti che inizia QUI. Analizzando l’intervento del lettore – e si può supporre che si tratti di un lettore bonelliano medio – non mi sono interrogato su Orfani nel suo complesso ma sul perché questa specifica sequenza, rappresentata come è stata rappresentata, l’avesse tanto turbato

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